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Il reportage del nostro viaggio a Bruxelles e Nemo33

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Il volo SN3130 di Brussel Airlines ci aspetta alle 6.20 puntuale al gate 21 dell’aeroporto Marconi di Bologna per portarci incontro a questa nuova insolita avventura.
Qualche mese fa Nicola mi ha provocato su Facebook, pubblicando un video che parlava di una struttura unica al mondo, ubicata in un sobborgo della capitale belga; cosa ci sarà di tanto insolito dentro ad un grande cubo grigio nella città che ospita l’estabilishment dell’UE?


È Nemo33, la piscina più profonda del mondo; 34 metri ricavati all’interno di un enorme silos alloggiato a sua volta all’interno di una piscina multilivello con caverne sommerse piene d’aria.
“Se organizzi io vengo!”, mi scrive Nicola… io non ci penso su due volte, contatto l’agenzia e in men che non si dica volo ed albergo sono opzionati; sarà poi veloce trovare 13 “Cormorani pazzi” disposti a seguirci in questa ennesima avventura insieme.
Pensiero e azione, diceva Mazzini.
In realtà l’occasione è duplice, ovvero anche quella di visitare una delle città europee più importanti che spesso resta fuori dalle tradizionali mete turistiche di noi italiani, vedi Parigi, Londra, Barcellona, Praga, ecc…


Il nostro albergo ė situato a St. Catherine, uno dei quartieri centrali più vitali della città con una concentrazione incredibile di ristoranti, brasserie, bistrot e locali notturni di ogni genere; la fermata della metro è a 50 metri da noi.
Da qui in 10 minuti di cammino si raggiungono la meravilgiosa Grand Place, la Galerie du Roi ed il famigerato Manneken Pis; le favolose cioccolatiere belghe, le birrerie e i tantissimi venditori di waffles ci accompagnano nella nostra scoperta del centro di Bruxelles.
Pranziamo in uno dei bistrot più antichi della città, l’Arcadi, ed iniziamo ad assaporare i sapori tipici della cucina belga: carne alla griglia, patate, torte salate e una marea di patate fritte. Non manca ovviamente la birra che qua è una tradizione nazionale; il motto del viaggio, in perfetta tradizione subacquea per scongiurare l’MDD, è “idratazione” per cui le “bionde” non mancheranno.


La sera, dopo un’ottima cena al Pavon d’Or, terminiamo la serata a Le Greenwich, un pub ricavato all’interno di un vecchio velodromo che per l’occasione è stato coperto in modo permanente e che, oltre alle immancabili birre, ospita mostre fotografiche e un nutrito gruppo di giocatori di scacchi.
Sabato è il giorno principale della nostra uscita; dopo una luuuuunga passeggiata per raggiungere la cattedrale del Sacro Cuore rientriamo in metro e pranziamo fugacemente in una delle formaggerie più famose della città, la Cremerie de Linkebeek, con ottimi panini a base di salumi e, ovviamente, formaggi.
Alle 14.30 partiamo in taxi alla volta di Nemo33, la nostra immersione è pianificata alle 16 e dobbiamo essere alla reception alle 15 per la registrazione; sbrigate le pratiche burocratiche di routine saliamo (nel vero senso della parola) al secondo piano per entrare in vasca.
Non abbiamo dovuto portare nulla dall’Italia tranne il nostro computer (obbligatorio!) e tutta l’attrezzatura viene fornita dalla struttura; componiamo le coppie, suona la campana e…. si comincia!


La sensazione è particolare e decisamente unica; il silos rende in maniera incredibile il senso di profondità e la discesa a paracadute verso il punto più profondo della piscina ha il suo fascino.
L’acqua, 33 gradi costanti, è senza cloro e mantenuta limpida da un sistema di microfiltrazione; la sensazione di togliersi la maschera e non sentire gli occhi bruciare è assolutamente unica e tranquillizzerebbe anche il peggior nemico dello svuotamento maschera.
Restiamo sul fondo, ascoltando il suono del nostro respiro e guardando gli altri subacquei che arrivano dall’alto, fino ad un paio di minuti dalla curva (a Nemo33 non è consentito fare decompressione) per poi iniziare la risalita.
Ci fermiamo nelle caverne sommerse a 10 metri di profondità dove la voce sembra quella di un paperino a causa della pressione che agisce sulle nostre corde vocali, e terminiamo la nostra immersione con la tappa di sicurezza su un livello di 5 metri di profondità.


Negli spogliatoi il morale è alto, siamo tutti consci di aver provato qualcosa che difficilmente si ripeterá nella vita; mentre attendiamo i nostri taxi abbiamo la possibilità di apprezzare la poliedricitá della struttura di Nemo33 dove, oltre alla piscina, sono presenti un ristorante, una sala congressi, un negozio di attrezzata subacquea e altri spazi per diverse attività.
La nostra serata inizia con una cena dai tipici sapori belgi al Greenwich di St. Catherine; poi puntiamo diretti verso uno dei locali storici più famosi della cittá.


Entrando “A La Mort Subite” si ha l’impressione di fare un salto nel passato, in un’europa di inizio 900′ dal sapore unico.
Intorno al 1910 il signor Theophile Vossen creò un locale chiamato “La Court Royale”; il locale era molto frequentato soprattutto dagli impiegati della vicina Banca del Belgio.Questi impiegati erano soliti trascorrere la pausa pranzo nel locale giocando ad un gioco di dadi chiamato 421.L’ultima partita veloce prima di tornare al lavoro era chiamata “Mort subite”, cioè morte improvvisa.Questo nome divenne così noto che quando, nel 1928, il signor Vossen trasferì il locale nella sua sede attuale, gli diede il nome di “Mort subite”.
Qui ci lanciamo tutti all’assaggio delle famose “Lambic” belghe, ovvero birre aromatizzate magistralmente a vari sapori di frutta (ciliegia, pesca, lampone,…).
Domenica mattina siamo diretti, via metro, verso una delle costruzioni più famose del mondo, un simbolo non solo del Belgio ma dell’Europa intera e del progresso tecnico-scientifico del dopoguerra.


L’Atomium (dalla fusione delle parole atomo ed alluminio) venne costruito nel 1958 in occasione dell’Expo che in quell’anno si tenne a Bruxelles; la vista è suggestiva (come la vista che si dall’alto della città) ma è già ora di rientrare in albergo per preparare le valigie e dirigersi verso l’aereo che ci aspetta per riportarci in Italia.